Camminare in Monferrato può rappresentare un atto pionieristico.
Le splendide colline piemontesi non sono ancora dotate di una efficiente e chiara rete di percorsi segnati. Inoltre, la sovrabbondanza di stradelli, vie campestri e viottoli tra le vigne rende il territorio particolarmente insidioso per chi non ha accesso a carte topografiche professionali, strumentazione gps e non abbia capacità di orientarsi. Insomma, sulle morbide colline della Barbera ci si può perdere, anche se la cosa non è poi così grave: in genere ci si ritrova, i paesi e le borgate non mancano.
Da qualche anno, tuttavia, un itinerario escursionistico a lunga percorrenza è stato segnalato e promosso per iniziativa del Club Alpino Italiano, tra la basilica di Superga e il santuario di Crea (SVC), mettendo in rete anche quel gioiello dell’arte romanica che è l’abbazia di Vezzolano. Il percorso è stato poi collegato a Casale Monferrato ed è proprio in questo territorio che insiste la passeggiata di un giorno qui descritta.
Il punto di partenza è poco distante dalla città, a Ozzano Monferrato, per andare alla scoperta del patrimonio di archeologia industriale retaggio dello sfruttamento della marna e della produzione di cemento. Oppure si arriva con l’autobus Casale – Moncalvo.
Il centro storico di Ozzano merita una visita per le varie interessanti attrattive, tanto da essersi qualificato come Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Tra le cose notevoli del borgo alcuni Infernot, cantine scavate nella bionda roccia calcarea tipica del luogo, la pregiata “pietra da cantoni”. Gli infernot Zavattaro e La Savoia a Ozzano Monferrato fanno parte del circuito degli infernot visitabili nell’ambito dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni, che ha sede a Cella Monte, a una manciata di chilometri da Ozzano. Quasi tutti di proprietà privata, vengono aperti per visite guidate in date prestabilite o su prenotazione. Gli infernot casalesi, con il loro corredo di ambienti ipogei, dove tutto – dalle ripide scalinate, agli scaffali per le bottiglie, ai tavoli utili per mescere vino e servire salumi e formaggi – è ricavato nella roccia, rivelano l’unicità di ambienti ipogei che è valsa al territorio casalese l’inserimento, come sesta componente, nel sito Unesco “Paesaggi vitivinicoli di Langhe – Roero e Monferrato”.
Una giornata di cammino
Prepariamoci dunque per una giornata in cammino, seguendo i puntuali segnavia della Superga-Vezzolano-Crea (bande bianco-rosse con la scritta SVC).
Una facile campestre scende dal nucleo antico del paese tra vigneti inondati dalle prime luci del mattino. Percorrendo una valle amena giungiamo ai piedi di Treville, altro paese in bella posizione su un poggio.
Lungo la via – una stradina asfaltata priva di traffico – seminascosta tra annose querce appare su una modesta altura l’abside della piccola chiesa campestre di San Quirico. Costruita in pietra da cantoni, risale al XII secolo, e ha più volte rischiato la demolizione, sempre salvata grazie all’intervento dei trevillesi. In semplice stile romanico, era una pieve, poi adibita a chiesa cimiteriale. Una serie di graffiti testimonia il passaggio di pellegrini medievali lungo una delle varie direttrici di transito del Piemonte meridionale, verso Santiago di Compostela oppure verso Roma.
La stradina asfaltata prosegue sul crinale fino alle case di Cascina Crosia e da qui proseguiamo su campestre tra le vigne, puntando a sud, quindi a ovest a un successivo bivio. Alla fine della campestre, prendiamo a sinistra ancora verso sud, e ancora in un con- testo di campi aperti e vigne.
Alla strada asfaltata andiamo a destra: non si sbaglia, il punto di riferimento verso cui muoversi appare alto sulla collina di fronte: il grandioso complesso del castello di Cereseto in stile tardo gotico lombardo non deve trarre in inganno. Qui non si tratta della lunga mano di Visconti o Sforza, cui pure il Monferrato faceva gola, ma del capitale e dell’iniziativa di un imprenditore biellese, Riccardo Gualino, figura esemplare di eclettico magnate amante delle arti, inclusa quella del cinema che lo vide anche protagonista come produttore. I grandi guadagni li fece tuttavia con il legname e soprattutto con il cemento. Non badò a spese e dal 1912 per circa dieci anni fece costruire il maniero – progetto dell’ingegnere casalese Vittorio Tor- nielli – utilizzandolo poi per feste in costume rimaste nella memoria del paese, a cui partecipava il jet-set de- gli anni ruggenti tra le due guerre.
Da molti anni il castello è in abbandono, in attesa di una destinazione che ne valorizzi la bellezza.
Dal cimitero in cemento al santuario di Crea
Puntiamo a nord per aggirare il paese, di cui visitiamo l’originale cimitero, tutto in stile gotico fiorito, ma realizzato in cemento all’inizio del secolo XX. Negli anni d’oro dell’industria cementiera, infatti, era prassi diffusa abbellire gli edifici con cornici classicheggianti o fregi floreali liberty in modo veloce ed economico, colando cemento in stampi. Basta fare un giro in centro a Casale, e dare un’occhiata a portali, finestre e cornicioni per constatare che non tutto ciò che è grigio è pietra.
La meta è ora la frazione La Madonnina: siamo in fondovalle e costeggiamo un tratto della ferrovia Castagnole-Asti-Mortara, dove oggi il traffico è sospeso. La tratta Castagnole delle Lanze-Asti è stata riaperta al traffico dal 2018 con alcune partenze del Treno del Vino, per iniziativa di Fondazione FS. E chissà che in futuro anche le erbacce che crescono tristemente sui binari non verranno spazzate via dal passaggio di una locomotiva a vapore. Da La Madonnina non resta che salire e una campestre ci porta al paese di Serralunga di Crea.
Con via Forneglio saliamo ripidamente alla frazione omonima e seguendo la strada asfaltata e un tratto di sentiero nel bosco, ecco finalmente il Santuario di Crea, l’unico Sacro Monte lontano dalle Alpi.
Il luogo è oggetto di culto dalla più remota antichità e la sua leggendaria fondazione nel IV secolo si deve forse al vescovo di Vercelli, Sant’Eusebio. A partire dal XV secolo, per iniziativa dei marchesi del Monferrato e soprattutto di Guglielmo VIII Paleologo, l’antico santuario fu completamente rinnovato e arricchito di opere d’arte: tra tutte gli affreschi della cappella di Santa Margherita, dove il marchese è ritratto insieme alla moglie e alle figlie, nei loro sfarzosi abiti. Poi furono allestite le cappelle, sul modello dei più celebri Sacri Monti di Varallo e Orta. Tra le personalità che contribuirono al trionfo manierista e barocco del santuario ci furono artisti del calibro del Moncalvo e, qualche secolo più tardi, negli anni ‘20 del Novecento, persino dello scultore simbolista Leonardo Bistolfi, autore delle statue della Salita al Calvario.
Dopo tanti passi, bisogna conservare le ultime energie per la salita alla cappella del Paradiso, la più spettacolare, realizzata tra il 1604 e il 1612 dai fratelli fiamminghi Jan e Nicolas de Wespin, detti i Tabacchetti: schiere di angeli, in stucco a tutto tondo, incombono dalla volta in un tripudio di nuvole di gesso.
Arrivati alla meta, contemplando il paesaggio di colline che si rincorrono a perdita d’occhio, si aprono due possibilità: continuare a seguire i segnavia bianco-rossi per altre tre facili tappe, fino a Superga, oppure scendere fino a La Madonnina, dove è attivo il servizio sostitutivo della linea ferroviaria, rientrando a Casale in circa 20 minuti o a Ozzano Stazione in meno di 10.
Una giornata di cammino
Lunghezza: 25 km, più 4 km per tornare alla fermata del bus a La Madonnina, ma è facile ottenere un passaggio in auto. Dislivello in salita 770 m, in discesa 500 m.
Difficoltà: percorso facile e per tutti, ma è indispensabile essere allenati. In caso di piogge abbondanti, il fango può essere fastidioso.
Mezzi pubblici: Il trasporto pubblico locale è gestito dal Gruppo Stat. Casale è collegata alla rete ferroviaria Trenitalia dalla linea Chivasso-Alessandria.
Mangiare: lungo il percorso non ci sono punti di ristoro; pertanto, occorre portare il pranzo al sacco. Bar e ristorante al Sacro Monte di Crea.
Informazioni: questo il sito ufficiale dell’itinerario Superga-Vezzolano-Crea. Tracce gps e informazioni si trovano anche sui due portali regionali: quello Piemonte outdoor e quello Piemonte Escape.
Da vedere: a Cella Monte l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni; a Ozzano Monferrato il MiCeM – Museo Minatori e Miniere del Cemento del Monferrato casalese.